Ci sono luoghi in cui la letteratura non è solo racchiusa tra le pagine dei libri, ma vive nelle strade, nei caffè, nei paesaggi che hanno ispirato scrittori di ogni epoca. Da Parigi, con il suo fermento di artisti e figure letterarie nei frizzanti anni Venti, a Dublino, teatro dell’epopea di Leopold Bloom, fino alla Londra di Dickens, che ha dato vita ai suoi personaggi, alla Trieste malinconica di Svevo e Joyce e a Bath, che fa da scenario ad alcune opere di Jane Austen, ogni città racconta una storia che si intreccia con quelle dei suoi autori. Nei loro vicoli, nei caffè storici, nelle stanze dove si scriveva a lume di candela o tra gli scaffali di una libreria nascosta, si celano storie che non trovano spazio nei manuali, ma vivono in aneddoti, leggende e curiosità.
In questo viaggio letterario attraverseremo cinque località legate a grandi scrittori o scrittrici e che hanno ispirato i loro capolavori, ma soprattutto a piccoli racconti che rivelano il lato più umano e misterioso della letteratura. Perché leggere un libro è un’esperienza, ma camminare nei luoghi che lo hanno generato è un’emozione tutta diversa: è come entrare in una storia ancora viva, in un viaggio tra parole e luoghi dove la storia si intreccia con l’immaginazione.
1. Parigi e la macchina da scrivere di Hemingway
Nella Parigi degli anni Venti, nell’atmosfera frizzante della capitale francese cuore dell’arte, della cultura e della letteratura, un giovane Ernest Hemingway, agli albori della sua carriera letteraria, viveva con sua moglie. Lì lo scrittore statunitense incontrò personaggi come James Joyce, Francis Scott Fitzgerald, Pablo Picasso, Man Ray e Gertrude Stein, la quale gli parlò proprio dei giovani artisti e letterati del momento come di una “generazione perduta”, la famosa lost generation. Una delle curiosità legate a Hemingway nel periodo parigino è quella che riguarda il suo viaggio in Svizzera per motivi di lavoro. La moglie lo raggiunse in treno, portando con sé un bagaglio contenente i preziosi lavori e la macchina da scrivere del famoso autore. Ma questo bagaglio, purtroppo, andò perduto proprio nella stazione Gare de Lyon di Parigi e non fu più ritrovato, anche se si narrano leggende in merito al suo ritrovamento successivo, in condizioni intatte, nella stessa stazione.
2. Dublino, Joyce e la festa del Bloomsday
Ogni anno il 16 giugno, a Dublino, si celebra il Bloomsday, in onore del viaggio immaginario di Leopold Bloom, protagonista del capolavoro di James Joyce l’Ulisse, nella capitale irlandese. L’evento si festeggia anche in altre parti del mondo, comprese alcune città italiane come Trieste, dove l’autore irlandese ha vissuto. Puoi leggere qui il nostro articolo dedicato al Bloomsday, durante il quale si ripercorrono le tappe di Bloom per la città. In particolare: il James Joyce Center, dedicato alla vita dello scrittore; il Belvedere College, scuola che Joyce frequentò e che fa da scenario per alcuni capitoli dell’opera; 7 Eccles Street, l’indirizzo che compare nel libro come dimora dei Bloom; Irish Writers Museum, che ospita la vita e le opere di diversi personaggi letterari locali; Glasnevin Cemetery, il cimitero dove Bloom si reca per un funerale; New Ormond Hotel, luogo degli incontri pomeridiani del protagonista; Prince’s Street, dov’è la sede del giornale in cui lavora Bloom; Davy’s Byrne Pub, da lui frequentato; la National Library, dove incontra l’amante della moglie; Sweeny’s Pharmacy, descritta nell’Ulisse così com’è nella realtà; la James Joyce Tower, dov’è ambientato il primo capitolo. Joyce non amava molto Dublino, la descrive come “la città della paralisi”, con i suoi strani personaggi di cui parla ampiamente sia in Gente di Dublino che nell’Ulisse. Ma non tutti sanno che il 16 giugno, data scelta per il Bloomsday, è proprio la data del primo appuntamento di Joyce con la sua futura moglie, Nora Barnacle. Data che poi lui sceglie anche come giornata ordinaria di Leopold Bloom nel romanzo.
3. Londra e le passeggiate notturne di Dickens
Charles Dickens nacque a Portsmouth, ma visse a Londra da quando aveva 10 anni. È noto che lo scrittore soffrise d’insonnia, una condizione che lo portò a impiegare le ore notturne in lunghe passeggiate per la città, percorrendo decine di chilometri alla scoperta di angoli e sfaccettature nascoste, che furono fonte d’ispirazione per le sue opere. Le sue passeggiate notturne lo portarono a incontrare e conoscere le condizioni delle classi più povere, dei senzatetto, dei lavoratori notturni e di altri personaggi che vivevano la capitale inglese di notte. Si dice fosse solito camminare indossando abiti dai colori vividi e dal taglio audace, perché il suo stile era più vicino a quello dei dandy dell’Età della reggenza piuttosto che all’epoca vittoriana.
4. Trieste e i luoghi di Italo Svevo
La città di Trieste, legata come abbiamo visto anche a James Joyce, ha ispirato gran parte delle opere di Italo Svevo, nome di battesimo Aron Hector Schmitz, che con lo scrittore irlandese ha in effetti stretto un forte legame. Addentrandosi nella città, si troverà la banca dove Svevo ha iniziato a lavorare e l’indirizzo della sua abitazione di gioventù, che si ritrovano nella Coscienza di Zeno; la Biblioteca Civica, che compare nel suo primo romanzo Una vita; i Portici di Chiozza, dove lui si recava per frequentare un bar e l’amico Umberto Veruda che incontrava proprio lì, che furono d’ispirazione per Senilità così come il Teatro Verdi, dove andava spesso con la moglie, e il Caffè Fabris, da lui molto frequentato.
5. Tra Hampshire e Bath con Jane Austen
Jane Austen aveva un forte legame con la città di Bath, in Inghilterra, dove visse per cinque anni, pochi in confronto ai primi venticinque della sua vita che trascorse nello Hampshire e a Stevenson, la sua città natale, con la quale pure aveva un rapporto viscerale. Alcuni ritengono che la scrittrice odiasse Bath, e in effetti il primo impatto con la città non fu dei migliori, forse perché la luce del sole non le permise di apprezzarla, stando alle sue parole. Per contro, le fu d’ispirazione per i suoi personaggi e alcuni dei suoi romanzi vi sono ambientati, come Northanger Abbey e Persuasione, pubblicati però dopo la sua morte. Dal 2001, gli abitanti di questa città inglese celebrano un festival annuale dedicato proprio a Jane e inoltre, al civico 40 di Gay Street, si trova il Jane Austen Centre, dove si può esplorare la vita della scrittrice e il suo legame con Bath, alla scoperta dei luoghi da lei frequentati e vissuti, e che permette di farsi un’idea di come poteva essere la casa dove visse nella stessa strada, al civico 25. Una guida in abiti d’epoca accompagna la visita e si può gustare anche un tè nell’apposita sala. Ad ogni modo, il periodo vissuto a Bath sicuramente non fu un periodo facile per la Austen: un trasferimento inaspettato, un impatto non positivo con la città, i continui cambi di alloggio, i lutti e le difficoltà economiche, aspetti che probabilmente influirono anche sulla sua scarsa vena creativa del periodo.
Concludendo il viaggio letterario
Un itinerario tra i luoghi letterari più intrisi di leggende folkloristiche è un’opportunità unica per unire passione per la letteratura e desiderio di esplorare il misterioso folklore proprio di ogni terra. Ogni città ha una storia da raccontare, un mito da scoprire e una leggenda da vivere. Che tu sia un appassionato di letteratura, folklore o storia, questo viaggio ti permetterà di immergerti nelle atmosfere di luoghi che non smettono mai di incantare. Chi desidera intraprendere un simile viaggio umanistico, potrà presto scoprire di più sul nostro servizio di itinerari letterari, attualmente in fase di definizione, e prepararsi a vivere un’avventura unica tra le storie e i luoghi che hanno ispirato alcuni dei più grandi racconti del folklore.
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