Come scrivere un romanzo gotico o horror: guida agli autori e agli elementi essenziali

Scrivere un romanzo gotico o horror è molto più che disseminare pagine di ombre, candele spente e urla nella notte. Dietro una buona storia dell’orrore si cela una precisa architettura narrativa, un dialogo con la tradizione e una voce autoriale capace di evocare angoscia, suggestione e riflessione. In questa guida a cura di SelkInk, studio editoriale specializzato in narrativa di genere e servizi per autori, esploriamo gli elementi chiave per costruire un romanzo gotico o horror che non sia una copia sbiadita dei classici, ma un’opera personale, autentica e coerente con le aspettative di lettori esigenti.


1. Capire il genere: gotico e horror non sono la stessa cosa

Una confusione comune, anche tra autori emergenti, è l’intercambiabilità dei termini gotico e horror. Sebbene si sovrappongano, hanno radici e finalità diverse.

  • Il gotico nasce nel XVIII secolo e si nutre di decadenza, architettura, eredità del passato, mistero e simbolismo. È più atmosferico che violento.
  • L’horror è un contenitore più ampio: include lo splatter, il soprannaturale, il weird, il body horror, fino all’horror psicologico. La sua funzione primaria è generare paura, disagio, talvolta shock.

Scrivere gotico significa evocare. Scrivere horror significa destabilizzare. Scegli con consapevolezza il tuo campo da gioco.


2. Gli elementi essenziali di un romanzo gotico o horror

Ogni genere ha i suoi codici. Qui li destrutturiamo per capirne il senso e usarli con intelligenza, evitando cliché.

A. L’ambientazione è un personaggio

Un castello abbandonato, un manicomio dimenticato, una casa vittoriana che respira. Ma non basta descrivere — bisogna suggestionare. L’ambientazione non è un semplice sfondo: ha memoria, agisce, reagisce.

Consiglio editoriale: Evita l’overload descrittivo. Un dettaglio ben scelto vale più di un paragrafo ridondante.

B. Il protagonista non è mai totalmente sano

Che sia vittima o carnefice, lo psichismo del personaggio è fondamentale. Paura, senso di colpa, nevrosi, traumi: tutto ciò che è represso è ottimo carburante narrativo. Nel gotico, l’eroe è spesso ambivalente; nell’horror, può essere inaffidabile o condannato.

C. Il soprannaturale: reale o percepito?

Molti grandi romanzi gotici (da Il giro di vite di James a La casa sull’abisso di Hodgson) giocano sul confine tra reale e allucinato. L’ambiguità è un’arma potentissima.

Come editor, suggeriamo di decidere fin dall’inizio se il soprannaturale è “vero” o solo nella mente del protagonista. Poi, giocatela con coerenza.

D. Il ritmo: lento, ma non stanco

Nel gotico e in certo horror psicologico, la lentezza è una scelta stilistica. Ma attenzione: lento non significa statico. Ogni scena deve portare inquietudine o avanzamento.

Tool narrativo: Crea micro-eventi, anche minimi, in ogni capitolo. Il lettore non deve mai sentirsi fermo.


3. Autori di riferimento: i classici e i moderni da studiare (e non imitare)

Studiare chi ha scritto prima di te è fondamentale. Ma l’imitazione è un errore comune.

I grandi classici:

  • Mary Shelley – Frankenstein: gotico filosofico e proto-sci-fi. Un esempio di profondità tematica.
  • Edgar Allan Poe: maestro del racconto breve e dell’interiorità disturbata.
  • Bram Stoker – Dracula: epistolare, corale, evocativo. Più moderno di quanto sembri.
  • Henry James – Il giro di vite: ambiguità pura, perfetto per chi ama i non-detti.

I contemporanei:

  • Shirley Jackson – L’incubo di Hill House: horror psicologico con struttura modernissima.
  • Stephen King: da Shining a It, l’orrore che emerge dalla quotidianità.
  • T. Kingfisher: gotico contemporaneo, femminile e innovativo.
  • Silvia Moreno-Garcia – Mexican Gothic: postcoloniale, femminista, potente.

Obiettivo: non copiare, ma assorbire. Analizza le scelte stilistiche e narrative, e rielabora con la tua voce.


4. Temi e simbolismi: l’orrore non è mai solo paura

I migliori romanzi gotici e horror parlano di altro. L’elemento terrificante è un mezzo, non un fine.

  • Morte, decadenza, corruzione: il corpo e la mente che si disgregano.
  • Colpa, peccato, redenzione: tematiche religiose o morali ricorrenti.
  • Femminilità repressa, follia, alterità: l’orrore come specchio del patriarcato o della psiche.
  • Paura dell’ignoto e della scienza: dall’elettricità alla genetica, il gotico ha sempre temuto il futuro.

Un romanzo horror o gotico che non ha nulla da dire è solo un esercizio di stile. E il lettore se ne accorge.


5. Errori comuni da evitare

  1. Usare troppi cliché (corridoi bui, fulmini, porte che cigolano): stancano e spengono la tensione.
  2. Non conoscere la tradizione: rischi di scrivere ciò che è già stato fatto cento volte meglio.
  3. Pacing sbilanciato: o troppo lento o troppo frenetico. Trova il tuo equilibrio.
  4. Finali prevedibili o spiegoni: nel gotico e nell’horror vale spesso il contrario: less is more.
  5. Linguaggio piatto: lo stile deve evocare, non solo raccontare. Il tono è tutto.

Conclusione: scrivere gotico e horror oggi

Scrivere gotico o horror nel 2020+ non significa fare il verso ai romanzi ottocenteschi o cavalcare l’ennesima moda dark. Significa entrare in un dialogo letterario profondo con l’ombra, con l’ignoto, con ciò che spaventa davvero — che spesso non sono i mostri, ma ciò che rappresentano.

Alla SelkInk, lavoriamo ogni giorno con autori che vogliono raccontare storie oscure, potenti, memorabili. E sappiamo che per scrivere un buon romanzo gotico o horror non basta saper scrivere: serve consapevolezza, cultura narrativa e coraggio autoriale.


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