Il menabò, la gabbia e il timone

Creare un libro è come cucire un vestito. Bisogna calcolare ogni variabile per creare un prodotto su misura, oltre che di qualità.

Una delle fasi più importanti nella costruzione di un volume è quella in cui si creano il menabò, il timone e la gabbia.

Il menabò

Il menabò è un modello d’impaginazione. Precede l’imposizione tipografica e viene impiegato solitamente per libri o riviste, contenenti testo, fotografie e/o illustrazioni in una precisa disposizione; differentemente dal timone, viene impostato con  dimensioni reali o quasi reali.

Consiste nell’impostare un disegno della pagina entro la quale posizionare attraverso le rispettive gabbie i vari “pesi” grafici, ovvero titoli, sommari, didascalie e immagini…

La gabbia

La gabbia è uno schema, semplice o complesso (a seconda del tipo di comunicazione scelto) per disporre gli elementi grafici, permettendo la sistemazione di testi, titoli, immagini e didascalie all’interno dello spazio-formato al fine di conferire ordine ritmo alla composizione.

Anche per le gabbie vale il discorso relativo al messaggio. Le gabbie si devono adattare ad ogni comunicazione, da quella per una copertina di una rivista femminile a quella di un quotidiano, e così via.

Si impostano innanzitutto dei margini nella gabbia per delimitare lo spazio-formato nel quale costruiremo la composizione, separandolo dal rifilo.

Successivamente, divideremo lo spazio compositivo in colonne, il cui numero dipenderà dalla quantità delle informazioni, dalla loro organizzazione e dagli elementi grafici previsti.

Inoltre, bisogna considerare la dimensione dello spazio-formato e il tipo di pubblicazione per stabilire quanto testo deve comparire in ogni pagina, e di conseguenza la dimensione (corpo) del carattere e la lunghezza della riga di testo (giustezza).

Il timone

Il timone è la visualizzazione grafica della sequenza delle pagine, spesso in forma di miniature, ed è utile per annotare contenuti e riflessioni. È una prima visualizzazione della struttura che assumerà la rivista o qualsiasi altra cosa stiamo progettando. È fondamentale per definire il conteggio delle pagine; queste dovranno rientrare in multipli di otto, sedici o trentadue (a meno che non si stampi in digitale).

©Denise Sarrecchia

 

BIBLIOGRAFIA

  • David Bann, La stampa oggi. Tecniche, materiali, processi, Modena, Logos, 2010.
  • Mariuccia Teroni, Manuale di grafica e stampa, Milano, Apogeo, 2009.
  • Yolanda Zappaterra, Professione: grafico editoriale, Logos, Modena, 2008.
  • Giorgio Fioravanti, Il nuovo manuale del grafico, Bologna, Zanichelli, 2002.
  • Edimatica, Adobe InDesign CS5. Per impaginatori e grafici alle prese con libri ed ebook, Milano, Apogeo, 2010.
  • Giovanni Trezzi, Elisa Andreini, Photoshop CC. Fotografia, design, creatività, Milano, Apogeo, 2014.
  • Enrico Mistretta, L’editoria. Un’industria dell’artigianato, Bologna, Il Mulino, 2002.

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